In questa vecchia foto di una classe elementare del 1918 (in prossimità della fine della Grande Guerra) al centro vediamo la maestra Maria che, a quanto diceva mia madre, era una specie di chioccia per tutte le allieve. Le ragazze portavano il grembiule, erano ordinate, semplici, graziose, sorridenti e con espressioni piuttosto sveglie.
Ora, senza cambiare di un capello la preparazione, l’educazione, l’ambiente mentale di quella classe, immaginiamo di poter infrangere la barriera del tempo: facciamo un volo immaginario, come veniva chiesto qualche volta ai bambini delle elementari (sarà accaduto anche a qualcuno dei lettori di queste note) quando l’oggetto del "tema in classe" era il confronto fra il "passato", magari arcaico, e la "modernità".
Portiamo perciò maestra e allieve al 2017, con un'operazione “trans”, quindi legittima e splendidamente moderna. Costringiamole a una full immersion in una mentalità totalmente inimmaginabile negli anni ’20, con un divario d'abitudini assai più grande di quello che c’è stato in 2000 anni di storia, e cioè dai tempi dell’Impero Romano a tutto il 1900. Soltanto 100 anni di differenzam eppure le due situazioni (una reale, l'altra immaginata) c'è un abisso: ovviamente di progresso, di enorme progresso.
Ci si potrebbe domandare come reagirà quella povera maestra quando una circolare ministeriale le proporrà di sviluppare una progressista educazione sessuale delle allieve che evidenzi soprattutto la bellezza e la normalità dell’omosessualità. Poverina, così ancorata a una società maschilista, per lei sarà proprio dura.
Cara maestra Maria, ora che sei qui, dovrai obbligare i tuoi bambini a vedere l’opera (sic) teatrale di Fa’afafine, il bambino aspirante transgender che insegna a tutti come si trasmigra bene da un sesso all’altro (che presto diventerà un film e sarà promosso nelle scuole di questa Repubblica delle Banane che qualcuno si premura ancora di chiamare Italia).
E dovrai anche spiegare ai bambini che si possono avere due papà o due mamme dello stesso sesso, e, se ci allarghiamo un po’, perfino 4 mamme e 4 papà.
Carissima vecchia maestra, ti prego, non ti spaventare, ma ora devi insegnare ai bambini e alla bambine a masturbarsi per bene perché (aggiornati!) se lo fanno da soli come hanno fatto per decine di migliaia d'anni, non si sa mai, possono sbagliare. Oh perbacco!
Cara maestra, dovresti anche persuaderti che questa è la via della pace. Perché è noto che più sei trans, magari anche solo un poco, più sei pacifista. Oddio, anche se sei soltanto gay o lesbica pare che diventi, per osmosi, abbastanza pacifista. Comunque è meglio trans, perché è più universale e globalizzante. Cosa? Non sai cosa vuol dire trans? Sarebbe troppo lungo spiegartelo. Aggiornati rapidamente (vai sulle strade consolari intorno a Roma oppure chiedilo a qualche politico: vedrai che te lo spiegano subito). E sappi anche che se, per caso sei omofoba, anche senza sapere di esserlo, sei sicuramente anche guerrafondaia. E basta!
Ma, mia carissima maestra, tu non sai cosa vuol dire omofobo? Mannaggia come sei ignorante! Ora ti spiego: uno dei miei più cari e intelligenti amici era uno scenografo (ora purtroppo è morto) che definiva se stesso, con grande umorismo, "checca persa". Io, con grandissimo affetto, lo chiamavo "Granfinocchio" e lui mi chiamava "Gnoccopatico" perché, ahimé, mi piacevano le donne. Gli volevo molto bene, era una persona sensibile e intelligente. Ero "omofobo"? Non mi pare, ma non c’erano ancora leggi che m'invitassero a imitarlo o a considerlarlo un esempio di perfezione. Cara maestra, ai tuoi tempi, il mio amico sarebbe stato chiamato anche pederasta in quanto aveva una predisposizione particolare per gli adolescenti, rigorosamente maschi. Ora non potresti più chiamarlo in questo terribile modo: adesso è diventato gay.
Tu, ovviamente, potresti rispondermi che, sempre ai tuoi tempi oscuri, “gay” era una parola inglese sconosciuta e quindi non si poteva dire. Beh, sappilo, adesso si può dire quanto vuoi. Anzi più la dici meglio è. E mentre pederasta, o frocio, o checca, o culattone, o finocchio, etc, erano tutti termini che alludevano alla sessualità in modo più o meno ironico, volgare o dispregiativo; gay non lo è affatto.
Ti spiego meglio con un esempio: hai presenti gli scopini e i mondezzai che pulivano con grande professionalità le strade e raccoglievano i rifiuti (ti faccio presente che un mio parente faceva lo scopino in un pasino in Toscana). Una volta sembrava normale chiamarli così: però poi qualcuno ha pensato che tali termini fossero dispregiativi e offensivi e allora li hanno chiamati "operatori ecologici". A questo punto tutti si sono sentiti meglio e, anche se l’oggetto dell’opera è rimasto il medesimo (la mondezza) colui che interagisce con tale opera è stato svincolato dal nome dell’opera stessa. Chiaro? Allo stesso modo coloro che ai tuoi tempi erano handicappati oggi si sentirebbero molto meglio, perché diventerebbero immediatamente "diversamente abili" e questo, come tutti sanno, già ne migliora potentemente la salute. Questa, mia cara maestra, è alta filosofia terapeutica: un modo apofatico (per negazione) di definire ciò che è indefinibile. Vedi com'è semplice dare dignità alla gente?
Resta il fatto che oggi il problema resta semantico: gay che vuol dire? Non lo so e non credo che alla mia età abbia più speranze di capirlo. Figuriamoci tu, povera e cara vecchia maestra. Inoltre, cara, vecchia maestra, ti sfido a spiegare a tutti i tuoi allievi il sublime senso filosofico delle unioni civili. Per la miseria, mi dici tu sconcertata: dov'è che una unione da civile diventa incivile? Come farai, cara maestra, a spiegare che oggi due persone dello stesso sesso possono civilmente sposarsi fra loro e avere bambini fatti con ovuli di altre donne e spermatozoi di altri uomini, opportunamente shakerati, divisi, scelti, congelati, iniettati, etc.? Come farai a spiegare che ti puoi pigliare in affitto l’utero o il pene di chiunque e magari altri pezzi del corpo? Come farai a spiegare che te ne puoi trasferire qualche pezzo dentro di te e cambiare aspetto: tette e culo artificiali e anche pene o vagina artificiali? Queste, devi capirlo, sono meraviglia delle star della medicina, profonde evoluzioni, perfezionamenti che l'uomo può fare su se stesso.
E poi dovrai anche spiegare che con una pillola si può abortire felicemente a pochi giorni dal rapporto sessuale e se non decidi subito, anche dopo 3 mesi, e se manco quello ti va, con un piccolo supporto chirurgico, puoi farlo anche dopo 6, o forse si può arrivare quasi fino a 9. Insomma, salvo che tu abbia aspettato 9 mesi, quest'operazione si chiama aborto terapeutico ed è finalmente legittima. Pochi minuti dopo il parto però tale atto diventa infanticidio. Non capisci la differenza? Peccato. Ti sembra che questo distrugga un pochino il concetto di “famiglia”? Ma no, anzi, la allarga, la espande! Maestra mia, mi spiace dirtelo ma hai una mente veramente chiusa: grazie a Dio ora sei qui, a un secolo da quella foto e puoi contemplare le meraviglie della scienza e il formidabile progresso psicologico ed etico dell'uomo. Come fai a non capire che tutto è finalmente commerciabile e che questo è merito anche di noi borghesi rivoluzionari e possibilisti dell’isola di Wight?
Non te la prendere, ti prego, ma devi renderti conto di quanto sei retrograda. Tu dici che, una volta, la vendita del corpo si chiamava prostituzione? Guarda, maestra, che ai tuoi tempi c’erano ancora i casini, luoghi orribili dove le donne vendevano i loro corpi! Ah, tu dici che quello che accade ora è assai peggio dei bordelli? Ma no! Non ti sei accorta che la prostituzione non c’è più? Mi domandi cosa sono quelle migliaia di donne (?) nude che stazionano ai lati delle strade? Prima di tutto non è affatto detto che siano donne e poi, cosa vuoi che ti dica: l’importante è la legge e non gli effetti della stessa. Siamo in una democrazia fondata sulla burocrazia, non l’hai capito? Vuoi mettere quanto è meglio della dittatura?
E adesso perché ti arrabbi? Sostieni che in questo modo si potrebbero legittimare “civilmente” perfino le unioni fra uomini e animali e che anche i cani e i cavalli sono un “genere” e, anzi, se vogliamo andare al di là del genere non dobbiamo nemmeno essere razzisti, e considerare un alano inferiore a un umano! Accidenti: forse hai ragione, anzi, ora che ci penso, c’è una gatta bellissima sotto casa mia, che mi fa l’occhiolino ogni volta che passo. Devo farmi coraggio.
Povera maestra, lo capisco, sei in una situazione disperata, ma ancora non sai fino a che punto. Perché sei straordinariamente antica e certe cose ti lasciano allibita e non comprendi che oggi la scienza può tutto. Dovrà passare un secolo da quella foto del 1917 prima che ti possa arrivare una lettera ministeriale del genere, e tu finalmente ti sarai evoluta, avrai fatto il ’68 come me, e finalmente ti sarai sessualmente emancipata, sdoganata: avrai cominciato ad avere rapporti sessuali a 12 anni, l’utero sarà tuo e lo gestirai tu, e avrai finalmente fatto uso d'innocue sostanze psicotrope e sarai finalmente una donna “libera”! Mi spiace dirtelo, cara maestra, ma tra un po’ dovrai forse spiegare ai tuoi allievi anche la bellezza della pedofilia: in alcuni avanzati e progrediti paesi d’Europa già si fa e ci sono libere associazioni orientate in tal senso: e non puoi permetterti di rimanere indietro. Sei in una democratica scuola italiana. Vabbè che ti hanno levato il crocefisso dalla classe e tu ci sei rimasta di sale: ma guarda che devi evolverti. Connettiti! Sì, cara maestra, è vero, oggi, nel mondo, ci sono ancora le spose bambine, l’infibulazione etc. (proprio in quei paesi che noi vogliamo democraticamente educare). Ma sono cose di popoli ancora non evoluti come noi occidentali. Vedrai che, man mano che emigreranno da noi, come ormai da anni stanno facendo a centinaia di migliaia, diventeranno sempre più aperti, più moderni, e tu potrai educarli alla cultura omofila mettendoli semplicemente davanti al televisore e allo smatphone. Povera maestra mia, non lo sai ancora che dentro quelle scatole parlanti c’è la quintessenza della sapienza “connessa”, della sapienza di massa? Vedrai, cara maestra, che quando sarai definitivamente trans-migrata ai nostri giorni, ci saranno in media 100 delitti al giorno solo in Italia: bambini che uccidono le madri, madri che uccidono i figli, padri che uccidono madri e figli; familiari che si ammazzano tra loro. Ai tuoi tempi non c’erano? E che ci posso fare se avevate una becera mentalità patriarcale?
E poi, cara maestra, avresti anche un altro problema: quello delle parolacce e delle bestemmie. Però questo caso è più semplice: cosa è volgare e cosa non lo è? Oggi è un mistero. Lo so, cara maestra: ai tuoi tempi c’era la multa, e perfino la detenzione per il turpiloquio, per vilipendio alla Patria o alla religione. Ma come faresti ora a spiegare ai tuoi allievi che “cazzo” è una parola comune, e quindi la possono dire tutti quando vogliono, preti e cardinali inclusi, anche in famiglia, perché è segno di emancipazione (è infatti noto a tutti che ormai ci si emancipa col c.). E come faresti a spiegare che anche i bambini possono bestemmiare quanto vogliono il Dio dei Cristiani (però quello dei Musulmani è meglio evitarlo perché quelli, purtroppo, sono ancora poco evoluti e, a quanto pare, si offendono parecchio e sparano). E poi dovresti pure spiegare che, al posto del vilipendio alla religione, oggi c’è il vilipendio al genere. Nel senso che se dai del “frocio” a un gay vai giustamente in galera. Perbacco.
Cara maestra, torna nella tua arretratezza. Qui, se ti facessero fare un salto trans-temporale (sta diventando trans pure il tempo) moriresti di crepacuore in pochi minuti, e mi dispiacerebbe molto.
Claudio Lanzi