I libri sulla “storia” dell’ermetismo da una decina d'anni hanno conosciuto una proliferazione incontrollata, in commercio abbondano vari commentari alle opere di Kremmerz, Evola, Reghini, Guénon, De Lubicz e di tutti gli esponenti di filoni spirituali o iniziatici del secolo scorso. Non parlo di facilonerie new age, di profeti galattici, di guaritori stellari o simili, ma di sedicenti filologi che si presentano "in giacca e cravatta". Non ci sarebbe nulla di male se tali indagini storiche fossero obiettive, ma si tratta quasi sempre di opere di parte, tese a porre in evidenza l'incommensurabile genialità dell’uno nei confronti della rovinosa e abietta imbecillità dell’altro. Ognuno aggrappato al suo "partito" con una faziosità degna dei più squallidi uomini politici.
Il fenomeno diventa assai spiacevole quando l’uso improprio dei fatti è finalizzato esplicitamente alla denigrazione o all’esaltazione di qualche personaggio, e c’è un sistema infallibile con cui si può denigrare chiunque, facendo passare per oro colato le assurdità più grandiose: basta prendere una parte per il tutto, selezionare un pensiero di un autore da migliaia di altri, estrapolare una lettera in mezzo a migliaia di lettere; basta mettere in evidenza il particolare, la data, la frase, la coincidenza pretestuosa, per avallare quel giustizialismo con cui la presuntuosa giustizia umana si abbatte acefala sulle idee e sulle persone. Quella giustizia che non sa vedere al di là dell’apparenza momentanea e sbatte con sussiego i mostri in prima pagina.
Ma anche fino a qui siamo nella norma e non dobbiamo scandalizzarci. Gli storici sono assai spesso serviti per falsare e distorcere la storia che invece dovrebbero presentare senza modificarla. Invece, purtroppo, a volte l'hanno distorta ad usum delphini, qualche altra volta a proprio uso e consumo, e in altri casi ad uso di un potere presunto e desiderato. L'hanno fatto più o meno tutti (alcuni in maniera smaccata, altri con un po' più di dignità); ma l’apologia o la denigrazione hanno contrassegnato la storia dell’uomo, a partire dalle damnatio memoriae dei Faraoni, gli uni contro gli altri, per esplodere col giustizialismo di alcuni apologisti cristiani nei confronti dei poveri “pagani” e viceversa, proseguendo ovviamente per tutti i secoli e presso tutti i popoli fino a oggi. Se avessimo a disposizione soltanto poche frasi sbocconcellate dei Vangeli potremmo costruire una storia del Cristo sui generis, e “dimostrare” che la sua attività principale costituiva nel banchettare, bere vino e farsi lavare i piedi con olio profumato. Se estrapolassimo solo alcune frasi dall’opera di Platone, di Cicerone, o di Cesare potremmo “dimostrare” che il primo era un pedofilo incallito, il secondo un chiacchierone che parlava di vento e il terzo un feroce guerrafondaio.
Quest'impostazione razionalista e illuminista della storicità degli eventi, che indaga parossisticamente sul poco pretendendo, di causa in causa, di risalire al molto (anzi, addirittura alla verità) ha prodotto nefandezze e stravolgimenti d’ogni sorta, e seguita a farlo con metodo. Dietro c'è un'evidente smania di visibilità, una ricerca di legittimazioni, insomma… di potere. Pletore di scribacchini, di esperti nel “copia e incolla su google” creano storia. I più arditi rubacchiano documenti, s'intrufolano nelle case degli eredi di qualche maestro e, dopo aver desunto qualche scarna informazione da alcuni sporadici elementi, fanno credere di disporre di originali riservatissimi, d'iniziazioni particolari, si spacciano per filologi o addirittura per maestri e s'inventano la loro storia. E con questo presumono di auto-legittimarsi nella gestione di esoterismi che non conoscono, di spiritualità che neanche immaginano e soprattutto di pratiche che a volte non hanno mai fatto o non sono mai riusciti a portare a compimento. Si tratta della solita storia della volpe e dell’uva.
Queste brevi considerazioni non si rivolgono a qualcuno in particolare. L’agenda dei gestori di verità iniziatiche è ormai talmente lunga che, a volte, sospetto che la maggioranza della popolazione mondiale sia composta di alchimisti, iniziati e gran maestri. Non vale perciò la pena di innestare polemiche che non portano a nulla. Il solo scopo è di mettere sull’avviso i nostri lettori, soprattutto i più giovani.
Attenti a cosa leggete e a cosa ascoltate!
Non è mai esistita maggior confusione spirituale di quella resa possibile dall’odierno caos mediatico e da questa pseudo-volgarizzazione di segreti, da questa enciclopedia universale dove scrivono tutti. In realtà ciò che è autenticamente spirituale, è e resterà sempre tale, in quanto solo la dignificazione dell’anima rende possibile l’apertura dei sigilli del libro di Thot. Perciò, proviamo a seguire quanto dicevano i vecchi saggi e che diventa oggi più che mai attuale: prendere tutto con beneficio d’inventario e non fidarsi di alcuna predica e di alcun pulpito, ovviamente neanche di quello da cui stiamo predicando in questo momento. C’è un solo modo per discriminare le macchie dalle medaglie: fermarsi, meditare, riflettere e andare, quando è lecito, alle fonti (ammesso che sia ancora possibile trovarle). E con questa scoraggiante considerazione chiudiamo questo primo editoriale.
A risentirci presto.
Claudio Lanzi