Editoriale 027 Sessualità, omosessualità, transessualità e sessuomaniacalità.

Sessualità, omosessualità, transessualità e sessuomaniacalità.

altNel rilievo che compare a margine abbiamo riportato la matrice di una coppa aretina d’epoca imperiale. In quella “grazia” caratteristica dell’epoca è raffigurata una “postura d’amore normale, delicata, elegante e sensuale. Oggi tale eleganza e semplicità potrebbero passare quasi inosservate e comparire sul diario dei bambini delle elementari senza creare problemi.
Anzi, visto l’ignobile pasticcio in atto, che confonde erotismo con sessualità e amore con piacere, la raffinatezza erotica del movimento dei due amanti potrebbe risultare banale, quasi noiosa, scontata. Infatti ormai sono a disposizione di chiunque (bambini inclusi) immagini assai più “ardite”, dubbie, equivoche, morbose.
Molte trasmissioni televisive o radiofoniche infatti dedicano almeno una parte del palinsesto al “sesso”. Con tale termine ormai s'intende qualcosa di abnorme, i cui confini comprendono qualsiasi sollecitazione pensabile per i sensi.

Tra le “normalità” più presenti nel compulsivo messaggio mediatico c’è l’omosessualità. In assenza (rara) di qualche omosessuale on-line, si parla di transessuali (parola priva di senso) e qualora mancassero anche loro, c’è sempre qualche inchiesta sui problemi connessi alle variazioni (giammai considerarle perversioni!) sulla sessualità sado-maso, sulla prostituzione, sulle violenze singole, di gruppo, sulle chat hard, e così via.
In tali “servizi” (disponibili a qualsiasi ora) si evidenzia l’importanza della libertà delle proprie scelte in fatto di sesso ma, in altre occasioni, si enfatizza l’ottusità di certi ambienti beceri e benpensanti, che non capiscono nulla del sesso liberato e finalmente in grado di manifestarsi secondo tutte le possibili “valenze” (l'etimologia di valenza è analoga a quella di valore).
Tali ambienti beceri un tempo venivano considerati “cattolici di destra” ma ora che “TUTTO” viene gioiosamente “sdoganato” da tutti, coloro che non accettano la moralità di tali miscellanee appaiono come i nuovi affossatori della libertà: né di destra né di sinistra, semplicemente “beceri” e magari anche un po’ asserviti a moralismi e tabù di tipo “religioso”.
Per tale ragione alcuni personaggi “famosi” di varia levatura culturale si sperticano a spiegarci che l’amore tra esseri dello stesso sesso è per prima cosa “naturale” e poi è meraviglioso, legittimo, profondo e sano e costituisce un ottimo esempio per bambini e famiglie che, ovviamente, in questo modo, avranno dei chiari indirizzi e dei validi esempi da seguire; e poi ci sono trasmissioni che si profondono in dettagli sul genere di copule desiderate da coloro che amano i travestiti: passive, attive, mezze attive e mezze passive etc...
Ovviamente sulla “naturalità” della conformazione fisica maschile e femminile e sul  “naturale” destino che riunisce degli elementi biologicamente complementari, atti alla procreazione si tende a glissare. E per quale ragione Madre Natura si sia tanto impegnata a creare l’uomo e la donna profondamente diversi, complementari e attraenti l’uno per l’altro, resta un mistero incoffessabile: quasi che tale naturalità rischi di far definire come innaturali o perversi (orrore!) altri tipi di comportamento.

Sappiamo quanto i comportamenti e gli esempi degli adulti determinino drasticamente quelli dei bambini. E sappiamo anche come l’orientamento sessuale non dipenda solo dal DNA, ma dall’ambiente in cui ci si forma. E sappiamo anche come sia necessaria una lunga e travagliata adolescenza per formare un adulto maturo e sufficientemente consapevole dei suoi impulsi e in grado di orientarli e quando necessario frenarli o correggerli.
Ora il pensiero laico prevalente sta proponendo sempre più un kibbutz erotico dove qualsiasi esempio è accettabile e dove quindi non esista una regola su ciò che è “normale”. Tutto è normale, a partire dal caos. E, da cultori delle teorie dei frattali, potremmo anche accettare la prevalenza di un principio caotico che si alterni all’ordine, ma dobbiamo poi accettarne anche le conseguenze.
Per carità! Tutto ciò non ha nulla di morboso ed evocare Sodoma e Gomorra è roba da preti pervertiti (tutti, nella visione “laica” del mondo, notoriamente pedofili incalliti).
Trattasi, per seguire il laico e illuminato pensiero dei vari tuttologi nostrani, di un aspetto della democrazia, della lotta contro l’oscurantismo eterosessuale e maschilista, e dell’affermazione più che ovvia, del principio di “laicità”.
Forte e felice di tale “sdoganamento”, ogni presentatore-presentatrice, attore, cantante che si rispetti, si sente perciò spinto a dare qualche bacio, a volte “ironico” a volte impegnato, sulla bocca di qualche “ospite” illustre dello stesso sesso, quando a non esibirsi in promiscuità più esplicite. E se nei vari “Grandi Fratelli” o altre analoghe trasmissioni demenziali non compaiono effusioni tra gay o tra lesbiche, l’indice di ascolto si abbassa. Tali atteggiamenti e orientamenti mediatici confermano, ovviamente, la “libertà” e spregiudicatezza dei conduttori, aumentano l’audience, rendono i vari personaggi ancora più “moderni” e ci tranquillizzano sull’idea di “normalità”.

La celebrazione liturgica della chiesa del sesso (ci si scusi il termine ma ci sembra coerente) avviene in modo caotico ma persistente e ondeggia fra gli ammiccamenti delle natiche delle veline cacciatrici di calciatori, e quelle della trans di turno, che universalizza la sua situazione e accoglie le morbosità e la prouderie degli intervistatori che vogliono capire fino a qual punto “lo fa strano”. Migliaia di ragazzini e ragazzine pre-adolescenti vengono in tal modo indottrinati sulla gioiosa normalità della omosessualità e della transessualità, finalmente mai più ghettizzate, ma esplicate e suggerite quali “scelte” possibili nei confronti di un modo vecchio di vedere il mondo: quello eterosessuale. L'enfatizzazione delle petizioni omo e trans che vogliono sposarsi è sempre più forte e ogni giorno il politico transessuale di turno ci racconta il suo desiderio di adottare un bambino e con ciò ci rassicura laicamente sull’aiuto etico che tale adozione fornirà a tale fanciullo, e ci spiega per quale ragione il bambino, una volta cresciuto, non avrà problemi nella discriminazione tra ciò che è maschile o femminile.
Anzi quando la mattina correrà sul lettone per abbracciare i genitori, ci troverà due mamme o due papà: cosa c’è di più chiaro?

Ci sfugge però perché la sollecitazione mediatica sessuale nei confronti di bambini e adolescenti non sia considerata pedofila. Una volta il pedofilo era il terribile sconosciuto che offriva le caramelle ai bambini, nei giardinetti davanti casa: “Mai accettare caramelle dagli sconosciuti", diceva la mamma. Ma il giornalista di turno che propone, come fossero caramelle, temi morbosi (ormai anch’essi “sdoganati”) ai bambini che vengono indottrinati e subdolamente circuiti con tali sollecitazioni…cos'è?
Non ho alcuna intenzione di entrare in polemica politica e tanto meno etica; Simmetria cerca di non entrare in questioni collegate ai politici. Affronterò apoliticamente (se a qualcuno interessa) tale tema nella seconda edizione del mio Intelletto d’Amore di prossima uscita in una versione ampliata e corretta.
In questa sede voglio solo condividere coi nostri lettori abituali (che ormai sono tanti e che ringraziamo per la loro attenzione) una serie di innocentissime domande “aperte”:

1) Per quale ragione, in questi ultimi 10 anni siamo passati da un ostracismo e un'evidente sommersione del fenomeno “omosex” a una sua esposizione ed enfatizzazione continua?

2) Per quale ragione a tale “diffusione” massiva (in termini di pubblicizzazione mediatica e non come effettiva consistenza di un esercito omosessuale) si è aggiunta quella della cosiddetta “transessualità” che sta ampiamente superando quella della omosessualità, al punto che ogni giorno veniamo addottorati dalla “Brenda” di turno?

3) Esiste per caso un confine in cui lo sbandieramento continuo di determinate faccende sia da considerarsi pornografia (o, come accennavo prima, pedofilia)?

4) Se esiste un limite, la pornografia, in questa società, è ancora una cosa esecrabile?

5) Quali sono le “filie” da considerarsi esecrabili e dove sono i confini tra una “filia” esecrabile e una che non lo è?

6) Ad esempio un ragazzo maggiorenne che si accoppia con una quattordicenne “consenziente” è un pedofilo? Ed è peggiore di un gruppo di quindicenni che stuprano una trentenne?

7) E due adolescenti che si scambiano affettuosità sono “pedofili” l’uno verso l’altro?

La cosa è molto più complessa, seria e delicata di quanto non si possa esprimere nelle centinaia di disquisizioni psico antropologiche a cui ci sottopongono i tuttologi di questo mondo in degenerazione progressiva. Per tale ragione mi auguro che le domande di cui sopra non appaiano come una provocazione, ma come un tema di riflessione che coinvolge pesantemente anche tutti coloro che, come noi, pretendono di occuparsi di spiritualità. Qualsiasi cammino uno cerchi di svolgere in questa esistenza terrena dovrà farlo anche con il suo corpo. E con questi corpi mortificati nel caos di una sessualità sempre più caotica e di una sovrapposizione fra i “diritti” delle istanze passionali, cosa ci facciamo?

Nel frattempo, ai due lati della Terra, si produce droga, che l’Occidente compra in modo massivo e subito dopo combatte, esportando democrazie o dittature. Cosa c’entra tale osservazione?
C’entra eccome! Questa droga, infatti, riempie i nasi e le vene di un sacco di gente che ha fatto della “confusione” sessuale e della confusione cerebrale, indotta da sostanze dopanti, il veicolo della dissoluzione del proprio cervello. Ma ci sono tante droghe che creano dipendenze. Non sono soltanto il vino, la cocaina, l’eroina etc., ma una pioggia di droghe legittime ci affossa ogni giorno. La sudditanza e l'incapacità di fare a meno di telefonini, auto, frigoriferi, i-pod, pc, etc., sono spaventose. E forse non meno pericolose di tante polverine e pasticche di facile smercio. L’incremento dello “sbandamento” e dello “sballo” giovanile, la confusione sulla sessualità, sui diritti e sui doveri, il “meticciato” (termine molto in voga in alcune correnti radical-chic) dell’eros, la perdita del riferimento etico, la perdita dell’educazione, del rispetto, etc…fanno forse parte di un’unica “onda”, in cui la materialità laica e tecnologica sommerge l’ascolto dell’anima.
Questa può essere un’affermazione contestabile da parte di coloro che amano uscire dai problemi attraverso teorie sillogistiche, che settorializzano e parcellizzano le cause, separandole dagli effetti. In questo modo i responsabili della droga sono i Casalesi, i responsabili dello sballo sono le discoteche e i responsabili dei politici che vanno coi trans sono gli impulsi legittimi dell’eros. Nessuno, in questo modo, è responsabile di nulla e le cure allopatiche al problema sono sempre sugli effetti e mai sulle cause.

Un famoso ermetista cattolico morto molti anni or sono mi diceva che la fine dei tempi sarebbe stata caratterizzata da una “esplosione” della confusione sessuale e dalla mortificazione dell’Eros in favore del sesso. E diceva che ciò equivaleva alla diffusione di una droga e di un’epidemia che avrebbe in progressione ammalato le menti prima dei corpi. E diceva anche che le menti si sarebbero ribellate all’idea di essersi ammalate e avrebbero accusato i sani di “ristrettezza di vedute”.

Se qualcuno vuol contribuire siamo pronti ad accettare le vostre osservazioni (che filtreremo, in modo assolutamente antidemocratico, secondo le nostre becere abitudini).

Claudio Lanzi

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