Editoriale 073 - E’ morto il Papa. (di C. Lanzi)

1244 VaticanoFulmineMa tu sai quanti editoriali, articoli e “approfondimenti” accompagneranno la scomparsa del Papa che portava il nome di uno dei più grandi mistici e fondatori del monachesimo europeo?
Ma due righe voglio scriverle, senza entrare in diatribe politico-teologche. Soltantoo due righe, proprio per rispetto dell’umiltà, della riservatezza e della mostruosa cultura di un gigante dello spirito che non amava l’enfasi, l’esposizione mediatica, l’apparire che caratterizza questo oceano di imbonitori dell’anima, questi intrappolatori della psiche dei “babbani” che aspettano la pacca sulla spalla, l’allusione amichevole e il perdono del peccato, senza distinzione. Il peccato non c’è più. C’è solo il diritto. Per Benedetto il peccato…ahinoi, c’era ed era colpa di chi lo commetteva essendone consapevole. Come la mettiamo?


E’ morto un Essere straordinario che pur essendo prete parlava (ma guarda un po’) di Spirito e non di giustissime politiche sociali ma di dottrina dell’anima (ohibo’ cos’è questa cosa).
Un uomo discreto, apparentemente timido ma che diceva pane al pane e vino al vino.

Un essere silenzioso e sempre appartato, formidabile studioso del mondo classico, di religione e religioni, non solo quella cattolica ma tutte; un musicista, che non si è mai dedicato a studiare come “apparire”, come "bucare lo schermo" ma una delle poche cose che ha voluto con se è stato il suo pianoforte. Un uomo che pregava, meditava moltissimo e si raccoglieva per ore in compagnia dei colossi della mistica, senza prevenzioni per nessuno. Un grande studioso della Tradizione. Il Papa che ha tentato il ripristino della più bella e spirituale lingua del nostro Occidente, il latino. attirandosi deficientissime esecrazioni da parte del mondo…in progress.
Beh: Onore a te. Nel posto dove sei non ci sono più queste stupidaggini.

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