Editoriale 072 - Un grande medico

Da pochi giorni ci ha lasciato Paolo Lazzaro. Un grande medico e un grande e generoso amico. Un medico senza prevenzioni, coraggioso, pulito nell’anima in un modo indescrivibile. Un medico per cui il giuramento di Ippocrate aveva un senso profondo, totale.

Ex primario ortopedico dell’Ospedale di Codogno, profondo conoscitore dell’agopuntura, e di tante altre discipline orientali (sopratutto tibetane) che affiancava serenamente e sapientemente a quelle occidentali. Lavorava e curava tutti senza nessuna presunzione, anzi con un’ umiltà che lasciava sconcertati, sopratutto di fronte alle parole boriose che siamo abituati ad ascoltare da alcune “star” della salute che spesso pontificano dagli schermi televisivi).

1220 PaoloLazzaro2Da oltre 50 anni seguiva con grande scrupolo e attenzione la parte più intima e segreta della medicina, quella che ha come radice il termine “mederi” che vuol dire effettivamente curare e che in Occidente è usata fraintendendo spesso il senso stesso della “meditazione”. Studioso di alchimia ha lavorato nel silenzio e nel segreto delle sue stanze, condividendo le sue esperienze solo con alcuni amici, sia per la grande modestia che lo contraddistingueva sia per rispettare la riservatezza che dovrebbe appartenere sempre a chi studia le cose che riguardano l’anima, la coscienza e la conoscenza (e non il potere o la “mostra di se’… come accade assai spesso) 

Con Paolo, in circa 25 anni di amicizia, abbiamo fatto decine di convegni e conferenze, a partire da quelle nella sede di Simmetria, a quella sulla medicina del corpo e dell'anima presso l'Ospedale Santo Spirito in Roma.  Ma a parte l’aspetto accademico, didattico, culturale e dottrinale mi mancheranno i lunghi colloqui a casa mia, i pranzi frugali, densi di meditazioni all “Insalata ricca”, le riflessioni e scambi sulle tante esperienze di studio, di meditazione di “sentieri spirituali” che condividevamo con amore e che ci concedevamo quando lui mi veniva a trovare a Roma. Erano geandi respiri di sollievo da parte di entrambi in un mondo che ci sembrava sempre più assurdo e che ora lui ha dignitosamente lasciato. Con la stessa eleganza e signorilità con cui lo ha sempre vissuto e affrontato.

Ringrazio sinceramente Armando Luciani che mi ha concesso di pubblicare i suoi versi in romanesco come caldo saluto verso un comune amico e che ha commosso tutti coloro che lo porteranno sempre nel cuore.

 

 Addio dottore schivo e de coscenza

amico de Sapienza e de la Scienza.

Addio fratello d’abbito e de Fede

passato in mezzo a gente che nun crede.

Tu l’hai curati senza indifferenza

co la Costanza e co’ l’appartenenza

a que la fratellanza, e te se vede

in quella schiera senza posti a sede.

In piedi come l’angeli guerieri

che cureno e combattono la morte

oggi e domani comm’è stato ieri.

Addio fratello: là se incontreremo,

indove nun ce sta destino o sorte

e assieme tutti quanti brinderemo!

 

13-02-2022

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