Editoriale 057 Dimenticare coloro che ci hanno insegnato

Copiare “bene" non è affatto spregevole, ma è meritorio e qualificante, e anche molto difficile: in tutto il mondo classico le copie scultoree delle meraviglie greche furono vanto e meraviglia dei pagatissimi artisti romani. Nel Medioevo i monaci “copisti" non solo trasmettevano il sapere del mondo classico, copiandolo in genere con scrupolo, ma illustravano con metodo i loro lavori, copiandosi a vicenda, ad esempio nelle miniature. Per cui copiare è arte nobile.

Ma "scopiazzare" senza riconoscenza e millantare crediti non propri, proprio no! Soprattutto quando ciò che viene copiato viene altresì manipolato, frainteso, inquinato. Oggi il web ha reso possibile scopiazzature clamorose, ormai ingestibili, in cui intere pagine vengono prese di peso, senza mai citarne la provenienza, ma mescolando, estrapolando decontestualizzando. Per non parlare delle idee: ormai tutte le idee, dalle più stupide alle più profonde, sono mescolate e copiate "in rete", tutto si può cambiare in tutto e la "proposta culturale" volge sempre più verso la somma delle informazioni.
Ma sommare informazioni spesso crea ignoranza (cosa che si oppone drasticamente al refrain giornalistico-politico che oggi impazza tra le masse). La ricerca della verità è tutt’altro che accumulo di notizie e in questa caligine informatica la conoscenza si occulta sempre di più.

Non ne facciamo un principio di copyright, di cui poco c'importa, ma di rispetto. Rispetto per chi ci ha insegnato o ispirato, perché senza rispetto non c’è conoscenza che possa apparire nella sua purezza.
A volte si dimentica per distrazione, a volte per indifferenza, a volte per puro egoismo, a volte per malignità, a volte per ignoranza, a volte per invidia. Moltissimi autori "famosi" dimenticano di citare e rispettare i loro insegnanti (per non dire dei maestri). Nell’ambito del disegno, tanto per fare un esempio clamoroso, Leonardo da Vinci non si curò mai di citare Piero della Francesca da cui aveva preso quasi tutti i criteri prospettici. E anche Pacioli nella sua Divina Proporzione ignorò il prorio debito di riconoscenza verso il grande Piero.

978 FilippaniNell’ambito dell’ermetismo e della “magia, Giordano Bruno "dimenticò" sia Lullo che Agrippa (dai quali aveva copiato a man salva intere pagine di concetti e perfino di disegni).
Nell’orientalistica pochi ricordano di essersi abbondantemente ispirati a Filippani Ronconi. Tra gli universitari in genere le polemiche sul "copia e incolla" sono talmente tante che non vale neanche la pena di ricordarle. Alcuni colleghi più o meno bravi, forse per timore di perdere il primato editoriale, si sono abbandonati al meticciato culturale, a cuasa del quale le idee si stanno dissolvendo in un rumoroso quanto vacuo nulla.

978 GianfrancoDa parte mia  ho scritto intere pagine di ringraziamenti, senza alcuna piaggeria, ma con gioiosa riconoscenza, verso Adriano Graziotti che mi ha insegnato quel poco che so di geometria. E mi sentirei un verme se non mi inchinassi alla sapienza di tutti coloro, amici, maestri, colleghi, da cui ho imparato sempre con amore e curiosità. Li ho sempre citati con reale gratitudine, anche quando non ne condividevo il pensiero.
Purtoppo non sempre è avvenuto il viceversa.
Per tale ragione provo pena e fastidio verso coloro che estrapolano frasi o idee e che le rigirano a loro uso e consumo facendo dire a personaggi famosi o meno, cose che non si sono mai sognati di pensare.
E così, emergendo da un periodo in cui non ho più molta voglia di scrivere, dopo un breve pellegrinaggio nelle sconclusionate pagine "esoteriche" del web, in questo piccolo articolo ho deciso di pubblicare le foto di alcuni carissimi amici scomparsi che hanno lavorato vicino a me e che mi hanno insegnato l’uso della parola "grazie".

978 Procesi

Sono persone da cui molti hanno copiato avidamente e di cui molti hanno parlato senza conoscerle. Questi uomini e queste donne a volte hanno suscitato dispute e polemiche e in tanti anni ho avuto la fortuna di condividere un tratto di strada con decine di persone straordinarie. Molte di loro sono stati amici di Simmetria e ho scelto queste immagini perché riguardano il magico RICORDO che ho di loro e che, per aver lavorato al loro fianco, ho conosciuto molto bene. Con alcuni di loro è esistito un rapporto di grandissimo affetto e stima, anche se a volte abbiamo seguito percorsi tradizionali differenti.

978 Boris

La prima foto è del caro amico Gianfranco Hersoch, che scriveva molto poco, pur essendo un agguerrito studioso di simbolismo e storia medievale e romana, ascoltato da centinaia di persone nei suoi interventi all'Accademia Tiberina e nei convegni e corsi organizzati a Simmetria.

La seconda immagine è di Placido Procesi, il medico, l’ermetista e l’orientalista nel cui studio e nella cui palestra sono transitate centinaia di persone alla ricerca di un consiglio per la terapia dell’anima oltre che del corpo. Il fondatore dell’ARK, l’Accademia Romana di Kyudo, amico di Evola, di Zolla, di Filippani e conosciutissimo in tutto il mondo "ermetico" italiano e cofondatore di Simmetria.

978 Graziotti

La terza è di Boris De Rachewiltz, l’egittologo docente all’Urbaniana, l’ermetista controcorrente, allievo di De Lubicz, archeologo appassionato, scopritore di siti e reperti straordinari nella Valle delle Regine, amico degli ultimi esponenti attivi della cultura Dogon.

La quarta immagine è un autoritratto giovanile di Adriano Graziotti, matematico pittore, scultore, vero erede dell’arte rinascimentale, famoso in America, autore di centinaia di poliedri e strutture geodetiche, purtroppomn dispersi nei meandri dei musei italiani.

La quinta è di Domizia Lanzetta, la cultrice di storia etrusco-romana, autrice di diversi testi sulla prisca religio romana. L'immagine la ritrae ad Ostia, vicino al tempio di Attis durante la sua ultima visita guidata.

La sesta è dell'incomparabile amica Luciana Sgabelloni Marchetti (Luciana Virio); la moglie infaticabile di Paolo, di cui abbiamo raccolto l’intera opera ermetica e di cui abbiamo ancora qualcosa di inedito da pubblicare.

978 Domizia

L’ultima è Elisabetta Moroni, orientalista, insegnante di hata yoga, che ha sorretto Simmetria per 13 anni, con la sua competenza e la sua sapienza mascherata nella modestia e nella grazia.

Sono state persone assai diverse per interessi e per profondità spirituale; diverse amche per "popolarità", ma sono state tutte esseri speciali, orientati verso il rispetto dei rispettivi “lignaggi tradizionali", dodati di cultura immensa nei settori da loro amati e studiati. Alcuni di loro erano già anziani quando Simmetria è stata fondata, altri no. Non sono affatto equivalenti, né confrontabili, ma mertiano di essere ricordati perché hanno lasciato veramente molto, e non è giusto che qualcuno si vanti delle loro idee.

Col tempo mi piacerebbe pubblicare un piccolo album di tutti costoro che hanno cercato di preservare la bellezza di ciò che ci era stato tramandato. Non è un necrologio, ma un tributo d’onore. Lo farei volentieri anche verso tutti coloro che collaborano con Simmetria anche oggi. Ma di tutti loro abbiamo la presenza mentre questo editoriale è dedicato al Ricordo.

978 Luciana

 

In questi catastrofici tempi la “danza degli EGHI” sta diventando irrefrenabile e avviene mentre il mondo sta franando sulla dimenticanza. Più l’universo materiale e spirituale implode su se stesso, più si scordano i "valori" principiali; più le ambizioni fatue, le voglie di accaparramento, le sindromi da prima donna si fanno impellenti, più le offese diventano irreparabili e gli amori diventano fatui, le amicizie non trovano più ragion d’essere. E tutto diventa "provvisorio", labile, proteiforme e relativo.
978 Betta

E mentre  la controiniziazione pianificata distrugge metodicamente la "norma" e il "normale", mentre la società esplode nella violenza dei singoli e delle masse, assistiamo impotenti al massacro economico, politico, fisico e filosofico che sta precipitando gli uomini verso una nuova era tutt'altro che angelica, che si apre sull’abisso dell’età del piombo .

Per cui vada uno straordinario abbraccio a questi vecchi amici scomparsi e ai tanti che non ho citato ora, ma che mi riprometto di onorare (anche) per iscitto in futuro. Alcuni di loro avevano visto e previsto nei dettagli il disastro che sta avvenendo, ma forse non fino a questo punto, e li vedo sorridere sotto i baffi.
Com'era l’annuncio di Thamus? Quel personaggio misterioso che, dalla poppa della nave che costeggiava la Campania e il Lazio nella storia narrata da Plutarco, sentiva venire un pianto irrefrenabile dalle spiaggie e dalle foreste?
“Il grande Pan è Morto!"

 

Claudio Lanzi

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